Durante la serata dell'evento del 2012, Mercoledì 21 Marzo,
si è tenuta la presentazione del libro "L'anima del pallone".
IN COLLABORAZIONE CON
Via Farini, 1 - Reggio Emilia
Via Emilia Santo Stefano, 3/d - Reggio Emilia



"L'ANIMA NEL PALLONE"


Antonio Paganin, calciatore professionista dal 1985 al 1997, e Adriano Gennari, professore di storia e filosofia all'Istituto Fogazzaro, hanno unito le forze mettendo insieme memoria e talento letterario per raccontare - in un libro che si intitola, appunto, L'anima del pallone ed è uscito da poco a cura di Totus Editore (12 euro) - l'aspetto più intimo della vita di un eroe degli stadi. Non importa che il narratore sia stato un giocatore dell'Inter, del Milan o della Juve: ai due autori preme innanzitutto entrare nel profondo dei sentimenti che agitano l'animo di un terzino durante la partita, il senso di panico provocato dalla finta di un attaccante particolarmente temuto, il sollievo per una presa sicura del portiere, il senso di apnea che il difensore avverte quando oltrepassa la linea di metà campo ed entra nel territorio riservato a chi ha più classe di lui ed è dotato dei famosi "piedi buoni".

Antonio Paganin da professionista gioca nella Sampdoria, nell'Udinese e nell'Inter, squadra con la quale vince per due volte la coppa Uefa, nel 1991 e nel 1994. La foto in bianco e nero sulla copertina del libro si riferisce proprio alla finale dell'11 maggio 1994 contro il Salisburgo e a baciare la coppa sono Antonio e il fratello Massimo, anche lui calciatore di successo e partecipe di quella fortunata avventura europea.

La partita di pallone, osservata con questa lente, può diventare allora una metafora della vita, una storia che inizia con la palla al centro e termina al triplice fischio dell'arbitro, passando per le varie fasi del gioco - difesa e attacco, entusiasmo e depressione, botte date e ricevute, gol fatti e subiti - così simili a quello che accade nella battaglia quotidiana che ogni giorno ci tocca combattere. Gennari e Paganin dilatano per quasi tutta la durata del libro i 90 minuti di un Inter-Napoli giocata a San Siro del 1990.Antonio deve marcare Careca ma anche raddoppiare su un piccoletto micidiale con un nome che sembra uscito da un racconto di Borges: Diego Armando Maradona. Finirà 2 a 1, con la solita palombella imparabile di Dieguito, il pareggio di Klinsmann e una zuccata vincente di Serena, pronto a raccogliere il traversone partito proprio dal piede di Paganin, spintosi avventurosamente oltre le colonne d'Ercole della metà campo per compiere uno straordinario - quanto inatteso - capolavoro tecnico.

Nelle ultime pagine Paganin ripercorre le tappe della sua esperienza agonistica con alcuni vivaci ritratti degli allenatori con cui ha avuto a che fare. Un finale pieno di pepe che aggiunge sapore all'esperienza umana e agonistica di uno sportivo dal sangue nerazzurro.

LA PAGINA UFFICIALE DEL LIBRO SU FACEBOOK
LA PRESENTAZIONE DEL LIBRO A REGGIO EMILIA


IL LIBRO "L'ANIMA DEL PALLONE"
SI POTRA' ACQUISTARE IL 21 MARZO!!


*****************************************
CASANOVA DIPINGE IL MITO: LA STORIA.
LE SUE OPERE A MISS NERAZZURRA 2012


Giorgio Casanova con Nicola Berti, lo scorso anno a Miss Nerazzurra.

Una storia stupenda da Reggio Emilia al Museo di San Siro.
Passione e arte: "Zanetti è l'ottava meraviglia del mondo".


L'INTERVISTA - di Luca Marani

Come unire l'infinita passione nerazzurra a un'arte nobile: dipingere. Giorgio Casanova, pittore bergamasco, è l'emblema di come l'Inter possa regalare emozioni indimenticabili anche in periodi sfortunati come questo.

La storia di Casanova inizia proprio da Reggio Emilia, quando, grazie alla vetrina di "Miss Nerazzurra" dello scorso anno, le sue opere esposte catturano l'attenzione del pubblico, come prima, grazie ad una presentazione via email, avevano sbalordito il sottoscritto. Da lì in poi, un crescendo di notorietà, numerosi inviti da parte di Inter Club di tutta Italia, fino ad arrivare al tempio del calcio, nel Museo di San Siro, dove oggi una delle sue opere riposa nella leggenda, in mezzo a maglie, scarpe e palloni che hanno fatto la storia del pallone. I suoi dipinti raffigurano la storia nerazzurra passata e recente e sono stati acquistati o donati a numerosi calciatori e dirigenti della Beneamata. Due di questi Casanova li ha consegnati personalmente a capitan Zanetti, durante un invito ad Appiano Gentile, e al figlio del Cipe, Gianfelice Facchetti, nel corso di una presentazione a Varese. Emozioni uniche, indescrivibili, impresse nella mente - è proprio il caso di dirlo - come inchiostro su tela.


Casanova consegna a Gianfelice Facchetti, figlio del Cipe, una sua opera.

Ma chi è Giorgio Casanova? Partiamo proprio da qui.
"La mia passione per la pittura è nata da ragazzino - racconta emozionato il protagonista - quando ero solito disegnare loghi sulle motociclette dei miei amici".

E' più un hobby o una professione?
"Entrambe le cose. Mi divido tra arte e lavoro, dato che sono un grafico pubblicitario".

Quando ha realizzato la sua prima opera?
"A 18 anni, su richiesta, per un regalo di matrimonio".

E quando è nata l'idea di dipingere quadri dedicati all'Inter?
"Dopo Calciopoli, quando l'Inter si e' ripresa il suo posto, dove meritava. Così ho deciso di fermare il tempo dipingendo quei giorni memorabili fissandoli per sempre sulla tela".


Il pittore bergamasco intento a dipingere una delle sue opere.

Restando in tema di passioni... cosa rappresenta per lei la fede nerazzurra?
"Una tradizione di famiglia ma sopratutto uno stile di vita. Essere interista oggi come ieri è sinonimo di signorilità".

E' nato e risiede a Bergamo, eppure tifa Inter. Com'è il rapporto con i tifosi nerazzurri "di casa", cioè Atalantini?
"Fortunatamente ci sono molti Inter Club dove vivo - sorride - in ogni caso si è rivali allo stadio ma a casa sempre amici".

Come si vive in città il caso-scommesse legato a Doni?
"La città è praticamente divisa in due, tra colpevolisti e innocentisti, ma ho molta paura che ancora una volta a pagare sia l'Atalanta".

E di Balotelli, orginario di Brescia ma molto noto a Bergamo, cosa si dice?
"Con la cadenza dialettale così pronunciata e le doti da campione che possiede, sarebbe un Dio da queste parti".

C'è qualche aneddoto che ci può svelare?"Sembra uno spaccone ma è un bravo ragazzo, con un indubbio, immenso, talento calcistico. In pochi però sanno che è un generoso, anche se nelle sue condizioni potrebbe sembrare facile esserlo".

E' più dispiaciuto per la sua partenza o per quella di Eto'o?
"Eto'o è un fenomeno ma venuto da lontano, Balotelli era ed è uno di noi".

Tra le sue prime apparizioni pubbliche c'è Miss Nerazzurra 2011.
"Fu davvero una grande emozione - racconta - e voglio ringraziare pubblicamente te per l'intuizione e l'idea di rendermi partecipe dell'evento e il vostro Inter Club per la disponibiltà. Grazie anche a tutti coloro che hanno acquistato le mie opere, in particolare a Marco Vandelli. In una sola serata avevo conosciuto alcune vecchie glorie, visto tante belle ragazze e notato un'organizzazione stupenda. Un motivo di cui andare fiero furono i tanti complimenti ricevuti... ma quando fui chiamato sul palco e donai a Nicola Berti, testimonial della serata, un piccolo dipinto, mai come in quel momento mi ero sentito fiero di essere interista".

Dopo quella sera, la sua "carriera" è stata in continua ascesa. Ha perfino incontrato capitan Javier Zanetti.
"Sì, e in quel momento ho provato un'emozione come... quando l'Inter segna! E' stata una gioia immensa. Per questo desidero ringraziare anche Fabrizio Laise, presidente dell'Inter Club Varese che mi ha commissionato il dipinto da donare a loro nome".

Ha avuto modo di parlare col Capitano?
"Solo poche parole, ma se raccontate da me riempirebbero un libro... Rimase sorpreso chiedendomi perché era raffigurato con Monnalisa. Gli dissi che lui per me è l'ottava meraviglia del mondo, e mi ringraziò ripetutamente".


L'opera donata personalmente a Javier Zanetti.

E' una stagione difficile. Cosa si sente di dire a Moratti?
"Il presidente Moratti ci ha regalato tantissimo in questi anni, dobbiamo valorizzare quello che abbiamo e insistere, non mollare. La crisi ha colpito anche il calcio - sottolinea Casanova - e nel rispetto di tutti penso che se riuscissimo a vincere spendendo poco, allora saremmo un esempio da imitare".

Concludendo: l'opera nerazzurra al quale è più legato e il suo sogno nel cassetto?
"Direi un vecchio dipinto fatto come 'campione' per un ex giocatore dell'Inter e mio vicino di casa, Oliviero Garlini, che mi tengo stretto come porta fortuna. Il mio sogno - conclude - è invece un luogo dove esporre tutte le mie opere, ritraendo i campioni del passato, presente e futuro della Grande Inter, magari ad Appiano Gentile o in un museo artistico dedicato alla storia nerazzurra".


Il dipinto di Giorgio Casanova da poco esposto nel museo di San Siro.

Se volete saperne di più su Giorgio Casanova, acquistare i suoi nuovi dipinti, o semplicemente ammirarli, non vi resta che partecipare a questa nuova edizione di "Miss Stella Nerazzurra", mercoledì sera al Casale, che vedrà il pittore ancora una volta protagonista!

Nessun commento: